TRA GLI SCAFFALI... Arte in Terra 5a Rassegna

OCEANO MARE
Alessandro Baricco


Oggi oltre un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all'acqua potabile, nel 2020 saranno più di tre miliardi. E' un'utopia pensare che tutti nel mondo potranno disporre dell'acqua fra vent'anni? Quali sono le soluzioni percorribili? E' giusto privatizzare e lasciare al mercato il compito di risolvere il problema? Un'alternativa esiste ed è quella che viene proposta dal Manifesto dell'acqua, vincitore nel 2000 del Premio internazionale delle scritture d'acqua. L'acqua non deve diventare il petrolio di domani. Contrariamente all'idea che essa sia "l'oro blu", questo testo afferma che deve essere considerata come un bene comune, patrimonio dell'umanità e propone una soluzione per la gestione delle risorse idriche.


Il Manifesto dell'acqua
Riccardo Petrella


Oggi oltre un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all'acqua potabile, nel 2020 saranno più di tre miliardi. E' un'utopia pensare che tutti nel mondo potranno disporre dell'acqua fra vent'anni? Quali sono le soluzioni percorribili? E' giusto privatizzare e lasciare al mercato il compito di risolvere il problema? Un'alternativa esiste ed è quella che viene proposta dal Manifesto dell'acqua, vincitore nel 2000 del Premio internazionale delle scritture d'acqua. L'acqua non deve diventare il petrolio di domani. Contrariamente all'idea che essa sia "l'oro blu", questo testo afferma che deve essere considerata come un bene comune, patrimonio dell'umanità e propone una soluzione per la gestione delle risorse idriche.


Mediterraneo
Marcella delle Donne, Umberto Melotti
I Romani lo chiamavano Mare nostrum. Oggi, in un mondo tanto allargato e tanto ristretto, "nostrum" non può che riferirsi a tutti i popoli rivieraschi che vi abitano e vivono dello stesso mare, al nord come al sud del Mediterraneo. Di qua, di là dal mare, i flussi migratori tra l'Italia e la Tunisia vedono prioritariamente gruppi di italiani attraversare il Mediterraneo ed emigrare in Tunisia per sfuggire alle leggi razziali. Con l'indipendenza della Tunisia, comincia invece, alle soglie degli anni sessanta, il flusso migratorio dei tunisini verso l'Europa e più tardi verso l'Italia. Quali sono le aspettative, i progetti, i programmi degli emigranti? Quali le possibilità di un ritorno e di un investimento costruttivo? Quale l'impatto del fenomeno migratorio sulla società, sull'economia, sulla cultura della Tunisia? Per quanto riguarda l'Italia, quali sono le condizioni di vita, di lavoro, le difficoltà dei tunisini immigrati? Quale l'influenza sulla società italiana? Sono alcuni dei punti messi a fuoco nel volume in un acceso e interessante confronto tra intellettuali e ricercatori delle due sponde del Mediterraneo.


Sette Mari, tredici fiumi
Monica Ali


Nazneen ha sempre saputo che ribellarsi al Destino è una battaglia persa, fin da quando sua madre, convinta di essere preda di un'indigestione, l'ha partorita più morta che viva nel fango di un villaggio del Bangladesh. Nessuno l'ha soccorsa in quell'occasione. E nessuno è intervenuto quando, anni dopo, si è trasferita a Londra per sposarsi con Chanu Ahmed, un uomo grasso con la faccia da rana e il doppio dei suoi anni. Scelto da suo padre. Immigrata tra immigrati nel cuore dell'East End londinese, le sue giornate si susseguono al chiuso di un appartamentino soffocato da mobili scuri. Il fiume della vita scorre davanti ai suoi occhi malinconici, mentre il velleitario Chanu dedica tutto il tempo a inseguire una promozione che non arriverà mai.

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